(Bromley, 1866 – Londra, 1946) Definito lo Shakespeare della fantascienza, è stato autore di classici come La macchina del tempo e La guerra dei mondi. Astrologo, biologo, fisico e chimico, utilizzò le sue conoscenze per dare fondamento scientifico alla sua indagine sul futuro – sui tempi che sembravano piombare sull’Ottocento portando con sé tanti entusiasmi quante paure. La scoperta del futuro, pubblicato nel 1902 e oggi per la prima volta in italiano, racconta come il passato rappresenti solo le prime luci dell’alba, mentre nel domani che ci aspetta vedremo un mondo in cui «si sarà fatto del tutto giorno».

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