“Come ogni bel libro nato anzitutto per testimoniare e raccontare un microcosmo colto nel suo vivere quotidiano, Janesville non fa prediche e non dà lezioni esplicite. Ma le domande che ci consegna, nettissime, in controluce, sul ruolo della grande impresa, su quello del lavoro e della sua dignità e sulla vita associata e la democrazia nell’età della globalizzazione e del primato della creazione di valore azionario meritano di finire in testa all’agenda dei nostri tempi.”
Dalla prefazione di Ferdinando Fasce
Due giorni prima del Natale 2008, la cittadina di Janesville, Wisconsin, è sconvolta dalla notizia dell’imminente chiusura dello stabilimento locale della General Motors, che dà lavoro a buona parte dei suoi abitanti. È il segnale dell’arrivo di una crisi profonda e improvvisa, che come un tornado spazza via tutto ciò che trova sulla sua strada, e che travolge persino i giganti dell’industria pesante americana. Ma se la maggior parte degli osservatori si limita a raccontare i giorni della crisi, sono in pochi quelli che tengono lo sguardo puntato abbastanza a lungo da riuscire a vedere una città che reagisce, alza la testa e si rimette in carreggiata. Il premio Pulitzer Amy Goldstein ha passato anni tra gli abitanti di Janesville e raccontato le loro storie intrecciandone speranze ed emozioni, respirandone ansie e paure, in un viaggio alla scoperta delle infinite risorse dell’umanità, che non può essere sconfitta neanche dallo spettro della grande recessione.