Molti analisti hanno teorizzato un ritorno a una sorta di ‘nuova Guerra fredda’. Noi siamo persuasi che quel genere di contesto politico e strategico basato su un confronto bipolare statico e simmetrico non sarà ripetibile. Invece, in futuro, il confronto geopolitico globale potrebbe essere caratterizzato, in un sistema sempre più multipolare, da un moltiplicarsi di conflitti ibridi, locali e asimmetrici, da una competizione agguerrita per l’egemonia e da una crescente centralità assunta dalle dimensioni informativa e cibernetica. Questa competizione tra potenze potrebbe rendere il ‘clima’ molto più caldo e instabile di quanto registrato in passato. Una ‘guerra tiepida’, appunto.
Invasione russa dell’Ucraina: da ‘Operazione speciale’ a guerra di logoramento
L’esempio più lampante, concreto e, purtroppo, recente, è certamente il conflitto in Ucraina. Nonostante gli allarmi insistenti dell’intelligence americana e inglese, quasi nessuno in Europa riteneva possibile che l’annunciata invasione in Ucraina, minacciata da Putin, sarebbe realmente avvenuta. Nei primissimi mesi di quella che Putin aveva ideologicamente ed ipocritamente definito ”Operazione speciale”, la gran parte dei commentatori e degli autorevoli analisti militari che si affacciavano freneticamente sulla scena mediatica, avevano scommesso il tutto per tutto sulla possibilità di un conflitto breve. Quello che si pensava, in breve, era che a nessuno al mondo sarebbe convenuto portare avanti un conflitto di lunga durata. In quei mesi, come conseguenza diretta di questa ermeneutica geopolitica, ci si affannava senza sosta nel tentativo di ricercare ed individuare i possibili mediatori che avrebbero potuto favorire la fine del conflitto. Purtroppo, però, sappiamo bene come è andata a finire la vicenda. Ad oggi, mentre se ne continua a parlare, è passato oltre un anno, e la fine del conflitto ancora non si scorge. Al contrario, le trame si infittiscono, gli scontri si fanno più aspri, con migliaia di di morti, su ambo i fronti, e tra questi anche civili ucraini, vittime delle bombe e degli attacchi sistematici alle città che contrassegnano la strategia militare messa in atto dalla Russia.
Le ragioni profonde del conflitto
Ma le radici, le ragioni e il sostrato di questa guerra, sono anch’essi di lunga durata, complessi e di difficile interpretazione. Con tale lavoro, gli autori, attraverso il supporto anche di altri specialisti del campo che contribuiscono con diversi saggi dedicati, si prefiggono l’obiettivo di approfondire maggiormente tutti gli aspetti storici, culturali e geopolitici che possono aiutare a comprendere meglio come si è potuto giungere ad un simile epilogo. Il tutto con il fine di ipotizzare, con serietà, realismo e al di fuori di ogni ideologia propagandistica, le possibili strade da seguire per raggiungere finalmente la pace. Come anticipato, il titolo del libro allude ad una nuova tipologia di guerra che potrebbe anche in futuro contrassegnare i rapporti tra Russia e occidente non solamente dal punto di vista strettamene bellico, ma anche commerciale e culturale. E poi c’è il costante pericolo del nucleare, così come l’aumento sensibile del Paesi che ne sono in possesso, fatto questo che, se da una parte crea maggiori rischi, paure e tensioni, dall’altra, invece, determina anche una qualche forma di deterrenza. Proprio in questo contrasto di tensione e deterrenza, ecco che la guerra diviene ‘tiepida’ e prolungata, con effetti concreti anche sugli altri Paesi che partecipano indirettamente alle sorti del conflitto. Si pensi alla nostra Italia. Un sondaggio condotto da Euroskopia, di recente, attraverso i principali Paesi europei, ha rivelato come in Italia, ad un anno dall’inizio del conflitto, si stia assistendo ad un forte calo del sostegno alle ragioni della resistenza ucraina rispetto ai primi mesi del conflitto, con annessa una maggiorata obiezione alla fornitura di armi. Tra gli otto Paesi interpellati, di fatto, a fronte di una media del 56% dei cittadini europei favorevoli all’invio delle armi a supporto della resistenza ucraina (con punte favorevoli fino al 61% come in Spagna), in Italia la percentuale dei favorevoli all’invio delle armi è del 38% con il 50% dei contrari. Più di noi, soltanto la Grecia, in cui è il 60% della popolazione ad essere favorebole alle armi.
Indice dei contenuti e saggi
Prefazione di Nicola Latorre
Introduzione
La guerra in Ucraina e il nuovo contesto geopolitico internazionale – Enrico Casini e Andrea Manciulli
Parte I – Origini storiche e premesse del conflitto
Capitolo 1
Sistema di potere, ideologia e continuità storica nella Russia di Putin – Carolina De Stefano
Capitolo 2
I rapporti Russia-Ucraina dalla fine della Guerra Fredda a oggi – Antonio Stango
Capitolo 3
Interesse nazionale e strategie globali nell’evoluzione di lungo corso della politica estera russa – Chiara Lovotti
Capitolo 4
Alle origini del confronto attuale: gli Usa, la Russia e l’allargamento dell’Alleanza atlantica (2000 – 2014) – Leopoldo Nuti e Niccolò Petrelli
Parte II – Le conseguenze geopolitiche del conflitto e il confronto tra Russia e Occidente
Capitolo 5
La guerra in Ucraina e l’evoluzione della Nato – Alessandra Marrone ed Elio Calcagno
Capitolo 6
Disinformazione e propaganda russa in Occidente – Arije Antinori
Capitolo 7
Il ritorno della Russia nel Mediterraneo allargato. Obiettivi strategici, sfide e ostacoli della grand strategy di Putin – Alessia Melcangi
Capitolo 8
La guerra nel XXI secolo: la dimensione cyber e il conflitto russo-ucraino – Luigi Martino
Capitolo 9
Il duplice triangolo strategico tra Russia, Cina e Occidente e la guerra in Ucraina. Una prospettiva geopolitica – Riccardo Redaelli
Capitolo 10
Il ritorno della guerra in Europa, la strategia russa e la sicurezza europea – Enrico Casini e Andrea Manciulli