La trasgressione, nel liberalsocialismo occidentale, è considerata un valore fin dagli anni ’60, ed è emblematicamente applicata oggi nel modo spiegato da bell hooks nel suo libro Teaching to Transgress. Kieran Cashell ha sostenuto che la trasgressione è a tal punto percepita come “virtuosa” che i critici d’arte contemporanei si sono trovati di fronte a una scelta: “supportare incondizionatamente la trasgressione, oppure condannarla e rischiare di essere considerati superati e in odore di conservatorismo culturale”, accusa spesso rivolta per esempio al grande critico Robert Hughes.

Tuttavia, proseguiva Cashell parlando del valore della trasgressione nell’arte contemporanea, “inseguendo continuamente l’irrazionale, l’arte è diventata negativa, cattiva e nichilista”. Il critico letterario Anthony Julius ha inoltre sottolineato il conseguente “irriflessivo appoggio contemporaneo a tutto ciò che è trasgressivo”.

Sbagliano quanti sostengono che la sensibilità della nuova destra online sia sostanzialmente la stessa della vecchia destra tradizionale e che non meriti attenzione né distinzioni di sorta:

per quanto in costante mutamento, in questa fondamentale fase iniziale del richiamo che è capace di esercitare, la trasgressività e l’anticonformismo della nuova destra dicono molto circa la vera natura di tale richiamo ma anche riguardo all’establishment liberale che si definisce contrario a essa.

La nuova destra online ha più cose in comune con il vecchio slogan sessantottino “vietato vietare!” che con qualsiasi altra idea generalmente considerata appartenente alla destra tradizionalista. Piuttosto che interpretare questo nuovo stile come parte dei movimenti di destra, conservatori e libertari sostengo invece che la cultura veicolata dai troll che postano immagini di Pepe the Frog e dagli altri trasgressivi del web segua in realtà una tradizione che inizia nel Diciottesimo secolo con gli scritti del Marchese de Sade e arriva fino a noi passando per l’avanguardia parigina, i surrealisti, il rifiuto del conformismo al femminile nell’America del dopoguerra e quelli che i critici cinematografici chiamano i male rampage film degli anni ’90, come American Psycho e Fight Club.

Pepe the Frog è un meme di internet: il personaggio è nato in un fumetto di Matt Furie. La sua popolarità è cresciuta costantemente attraverso Myspace e 4chane ed è stato usato contro la volontà del creatore come meme dell’alt-right.

Milo Yiannopoulos ama definire “trasgressiva” la generale sensibilità troll della nuova ondata della destra del web. Ponendosi come improbabile conservatore, dichiara spesso cose come “il miglior sesso è pericoloso, trasgressivo e sporco” e che il conservatorismo è “il nuovo punk” in quanto “trasgressivo, sovversivo e divertente”. Paragona spesso punk e alt-right, e ovviamente usa il termine nel senso più ampio possibile. La facilità con la quale l’intero ambiente alt-right/alt-light utilizza oggi uno stile trasgressivo mostra quanto superficiale e storicamente casuale fosse l’associazione della trasgressione alla sinistra socialista.

[…] Il culto del trasgressore morale come eroe ha le sue radici nel Romanticismo ma ha trovato nuova vitalità nelle controculture del ventesimo secolo, come mostrato da Simon Reynolds e Joy Press nel loro The Sex Revolts, uno studio sulla mascolinità ribelle nel secondo dopoguerra. Norman Mailer utilizzò lo psicopatico come figura letteraria nobile e trasgressiva. Secondo lui gli hipster (che all’epoca avevano connotazioni leggermente diverse rispetto alla variante attuale intenta perlopiù ad applicarsi olii sulla barba), nel loro rifiuto delle convenzioni sociali e del mainstream, raccoglievano la tradizione del “nobile psicopatico” dei romanzi, che percepivano come simbolo della liberazione da tutte le inibizioni sessuali, sociali e morali.

lo psicopatico, proprio come l’artista, privilegiava l’es piuttosto che il super-io, e il desiderio piuttosto che gli obblighi morali. Raskolnikov, l’antieroe dostoevskiano di Delitto e castigo, uccidendo una “vecchia inutile” affermava il suo diritto a trascendere la moralità delle masse inferiori. Come disse lo scrittore francese Maurice Blanchot, rievocato nello stile dei contemporanei trasgressori della morale come 4chan poi confluiti nella alt-right, “la più grande sofferenza altrui vale meno del mio più piccolo piacere”.

Seguendo ancora l’analisi di Press e Reynolds, da Qualcuno volò sul nido del cuculo alla Storia della follia nell’età classica di Michel Foucault e alla Politica dell’esperienza di R.D. Laing, la follia è stata massicciamente rielaborata in chiave anticonformistica per mezzo di questo stile trasgressivo. Secondo de Sade, i surrealisti e, più tardi, la politica culturale antirepressiva degli anni ’60 solitamente associata a Laing, la pazzia era una risorsa creativa, un rifiuto delle norme convenzionali e un atto politico di ribellione.

Il surreale diventò una forma prerazionale di espressione creativa. la stessa voglia di liberazione dell’es che caratterizzava questa tradizione controculturale trasgressiva è stata ripresa da 4chan, con la sua cultura del trolling e dell’umorismo avverso alla morale e ai tabù, spesso definita folle o senza freni dagli esterrefatti osservatori esterni.

L’ethos e l’estetica del trolling di destra sono permeati da questa visione della psicopatia e dal rifiuto della morale. Un assiduo e entusiasta frequentatore di 4chan/b/ così definiva l’utente tipo in questa message board:

/b/ è quello che dice allo zoppo in fila davanti a lui di far presto. /b/ è il primo ad accorrere alla finestra per vedere l’incidente d’auto appena avvenuto. /b/ è quello che ha scritto il tuo numero sulla parete del bagno pubblico, è lo studente destinato alla bocciatura che ci prova con la sua giovane e attraente insegnante di inglese. /b/ è il tizio che si aggira lungo Park Avenue e che ogni volta prova a venderti qualcosa, e che ha provato a rifilare i suoi vestiti luridi al negozio di abbigliamento di seconda mano. /b/ è un sogno incestuoso che tenti invano di dimenticare per giorni, è l’unico tra i tuoi amici che si sente sicuro a parlare della propria sessualità. /b/ è il tipo che prende il Viagra pur non avendo disfunzioni erettili, è l’amico che si accoda al tuo primo appuntamento e ti rovina la serata, e quando la ragazza educata che avevi invitato a uscire se ne va, lui ride e ti riporta a casa ormai ubriaco, e tu ti svegli circondato dalle prostitute che /b/ ha chiamato per te. /b/ è quello che ti invita a toccarti insieme a lui. /b/ è quello che chiama un numero di assistenza per i potenziali suicidi solo per provarci con la psicologa che risponde. /b/ cancellerà l’intero hard drive la prossima volta che sentirà bussare alla porta. /b/ ha lasciato un preservativo usato nel cortile della scuola. /b/ è la voce che ti dice che non importa se lei è ubriaca. /b/ è l’amico che ti parla in continuazione del seno di tua madre e l’unico che capisce cosa diavolo tu stia dicendo. /b/ è quello che paga una prostituta per baciargli il culo e nient’altro. /b/ è quello zio che ti ha toccato tante volte. /b/ è da giorni all’ospedale per aver tentato di riprodurre qualcosa che ha visto in un film pornografico. /b/ è il piacere che ti vergogni di aver provato. /b/ è una meraviglia.

[…] Da quali altre idee e tendenze attinge questa nuova sensibilità trasgressiva di destra? Nietzsche, uno dei principali pensatori a cui la destra della chan culture si rifà, consapevolmente o meno, ha sostenuto l’idea di trasgredire l’ordine morale pacificatore e di sostituirlo con una celebrazione della vita come volontà di potenza. In conseguenza di ciò, le sue idee sono piaciute un po’ a tutti, dai nazisti alle femministe come Lily Braun. Oggi il suo immoralismo esercita un grande fascino sugli appartenenti alla alt-right perché il raggiungimento dei loro obiettivi necessita il rifiuto dei codici di comportamento cristiani che Nietzsche definiva “moralità dei servi”. Al contrario, Freud considerava la trasgressione un impulso contrario alla civiltà e parte dello scontro tra la libertà dell’istinto e la repressione esercitata dalla civilizzazione.

Georges Bataille, forse il più importante teorico della trasgressione, ha derivato dal Marchese de Sade la sua idea di sovranità, sottolineando la preminenza dell’autodeterminazione sull’obbedienza. Per quanto non fosse certo alla chan culture che Bataille stesse pensando, le idee politicamente spendibili e lo stile della sua estetica risuonano nei contenuti sconvolgenti e carichi di pornografia della versione iniziale di /b/ e, più tardi, delle trasgressioni antiliberali di /pol/. Bataille venerava la trasgressione di per sé e, come de Sade, vedeva il sesso non a fini procreativi come un’affermazione della sovranità sullo strumentalismo, ciò che egli chiamava una “spesa senza riserve”. secondo lui, un comportamento eccessivo senza nessuno scopo, cosa che caratterizza peraltro la sensibilità dell’odierna meme culture, nella quale un’enorme quantità di impegno umano è profuso per nessun evidente beneficio personale, era il paradigma stesso della trasgressione in un’epoca dominata dalla razionalità strumentale di stampo protestante.

Trollface è un meme realizzato nel 2008 da Carlos Ramirez, usato per simboleggiare i troll di Internet e pubblicato per la prima volta su 4chan.

La cultura che produce al tempo stesso operation Birthday Boy e una complessa attività di RiP trolling è diventata una sorta di regalo indesiderato, una variante impazzita del Dono di Mauss che i primi teorici di internet avevano usato come metafora centrale per la cultura non-strumentale della condivisione che la rete alimentava. Nel Trattato sul saper vivere del pensatore situazionista Raoul Vaneigem, viene celebrato il principio del dono, che Mauss aveva elaborato inizialmente per descrivere le società premoderne nelle quali avviene uno scambio reciproco di doni, come fondamento del fatto che solo la purezza della distruzione immotivata o della generosità rovinosa possa trascendere lo strumentalismo. La critica situazionista alla “povertà della vita quotidiana”, come nell’“oasi di orrore in un deserto di noia” descritta da Baudelaire, era costruita su un sentimento ricorrente dal Romanticismo alle odierne culture del web, ossia sul bisogno di contrastare la noia e l’inerzia con un’estrema trasgressione. idee di questo tipo, però, hanno spesso superato il piano astratto; ma mentre i situazionisti sognavano un mondo migliore, la versione nichilista della trasgressione aveva già preso forma nella controcultura degli anni ’60: “gli omicidi della Manson Family”, hanno scritto Reynolds e Press, “rappresentarono la logica conclusione del superamento di qualsiasi vincolo di coscienza e morale, il sinistro sbocciare delle più oscure energie dell’es”.

Un’altra concettualizzazione della trasgressione che si applica alla cultura web è l’idea del carnevalesco, che Peter Stallybrass e Allon White, in The Politics and Poetics of Transgression, hanno considerato una forma radicale di trasgressione contro gerarchia ed egemonia: “il grottesco tende a operare come critica dell’ideologia dominante che ha già fissato i termini per determinare cos’è alto e cosa basso”. Tutto ciò è molto simile sia al modo in cui 4chan si è da tempo autodescritto sia a come è stato descritto dai suoi primi ammiratori “progressisti”, con la semplice differenza che l’ideologia dominante al tempo di 4chan era il liberalismo culturale e che, di conseguenza, il “basso” era considerato il cattivo gusto politicamente scorretto, la maleducazione, i comportamenti scioccanti e offensivi e il trolling.

Il carnevalesco è stato teorizzato anche da Michail Bachtin, che ne ha dato una definizione ideologicamente flessibile e ambivalente molto simile alle descrizioni che i troll danno di sé stessi e delle azioni che compiono: il riso carnevalesco apparteneva, in primo luogo, a tutto il popolo […]: tutti ridono, è un riso “generale”; poi, in secondo luogo, è universale, riguarda tutto e tutti (ivi compresi gli stessi partecipanti al carnevale), il mondo intero appare comico, è percepito e conosciuto sotto il suo aspetto comico, nella sua gaia relatività; in terzo luogo, infine, questo riso è ambivalente: è gioioso, scoppia di allegria, ma è contemporaneamente beffardo, sarcastico, nega e afferma nello stesso tempo, seppellisce e resuscita (Michail Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, 1965).

I comportamenti trasgressivi non sono estranei alla storia politica della destra conservatrice, anzi. È celebre lo sconvolgente manifesto “Impiccate Nelson Mandela” esposto dalla Federazione degli studenti conservatori nel Regno Unito, e le critiche che la stessa associazione rivolse a Margaret Thatcher per il suo soft touch, una sorta di predecessore del più insolente cuckservative. Di certo, la Federazione aveva in sé correnti di pensiero libertarie e autoritarie, ma rappresentò tuttavia una rottura rispetto al decoro della tradizione conservatrice burkeana, diventando l’ala dura dell’era Thatcher e arrivando persino a flirtare con certe idee dell’estrema destra.

Il riformista di sinistra Christopher Lasch applicò il concetto freudiano di trasgressione come impulso anti-sociale alla sua critica del vacuo nichilismo e del narcisismo caratteristici della società dei consumi americana post anni ’60; tuttavia, sempre dagli anni ’60 in poi, le critiche ai comportamenti trasgressivi sono venute soprattutto da destra. Il sociologo Daniel Bell, teorico della società post-industriale, criticò l’ethos trasgressivo dei Sixties e mise in guardia dalla loro “ossessione per omosessualità, travestitismo, sodomia e, soprattutto, per i rapporti orali esibiti pubblicamente”. lo stile irriverente e trasgressivo della controcultura degli anni ’60 rappresentava in pratica tutto ciò che la destra aveva odiato in tutte le precedenti guerre culturali: era la “la cultura antagonista” di cui si lamentavano i conservatori antifemministi come Phyllis Schlafly e la tendenza dagli impulsi distruttivi dalla quale mettevano in guardia i neo-con della rivista Commentary.

La relazione tra femminismo e politica culturale della trasgressione è ancora più complessa. Quando la seconda ondata femminista, raccontata in La mistica della femminilità di Betty Friedan, esplose negli anni ’60, la destra la considerò parte della rivoluzione sessuale e della cultura della trasgressione destinata a distruggere la famiglia americana, le regole della morale e la tradizione. In effetti, sia nella battaglia legata alla causa “Roe contro Wade” sul diritto all’aborto, sia nella guerra che Phyllis Schlafly combatté contro l’Equal Rights Amendment, il femminismo poteva inserirsi nella tradizione trasgressiva di de Sade per il modo in cui cercava di distruggere ogni moralismo e liberare l’es.

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Tuttavia, secondo alcune femministe, l’es della loro controparte maschile si dimostrò fin troppo libero, e nei loro scritti iniziarono a emergere critiche rivolte alle ingiustizie dell’“amore libero” e all’ipocrisia e alla disparità di trattamento che le donne vissero nel movimento contro la guerra e in altri degli anni ’60 e ’70. La cultura “pornificata” prodotta dalla rivoluzione sessuale si trovò ben presto ad affrontare i suoi critici più feroci nel lavoro di femministe come Andrea Dworkin e Catharine Mackinnon e, giunti gli anni ’80, le femministe in guerra contro la pornografia si trovarono persino fianco a fianco con i conservatori, che avevano in precedenza denunciato il femminismo come peggior responsabile della dissolutezza degli anni ’60.

Nel corso delle recenti guerre culturali del web, e nel loro estendersi ai campus universitari e ai movimenti di protesta, le femministe hanno cercato di veicolare la trasgressione in movimenti come SlutWalk e altri in appoggio ai transessuali, ai sex worker e alla kink culture che aveva il suo centro in Tumblr, scontrandosi tuttavia, proprio come accaduto alla destra, con il profondo problema filosofico della trasgressione che, essendo ideologicamente flessibile, politicamente intercambiabile e moralmente neutro, poteva caratterizzare la misoginia tanto quanto la liberazione sessuale.

Come Lasch capiva bene, per la politica progressista trasgredire la morale ha sempre rappresentato un patto con il diavolo, perché l’uguaglianza è essenzialmente un tema morale. Camille Paglia, amata e odiata in ugual misura, ha sostenuto che la rappresentazione del male come innato nell’uomo fatta da de Sade fosse in realtà una satira rivolta ai seguaci di Rousseau dalla quale sfocia il femminismo contemporaneo.

È noto che i lavori di de Sade siano caratterizzati da violenza sessuale e da repulsione per la famiglia e la procreazione, a cui sono da preferire una sessualità violenta e trasgressiva basata su valori come il libertinaggio e la sovranità dell’individuo. In Juliette, una delle regole della Confraternita degli amici del crimine diceva che “il vero libertinaggio aborre la progenitura”. Paglia ha sostenuto che la valutazione fatta da de Sade del corpo femminile come procreativo e la sua insistenza sulla sodomia sia eterosessuale che omosessuale, condivisa peraltro dalla chan culture, non riflettesse tanto un impulso omosessuale (come sostenuto da Simone de Beauvoir), quanto piuttosto la protesta “contro la strabordante onnipresenza della natura procreativa”. Ha scritto la studiosa Susan Suleiman:

il desiderio fondante alla base delle fantasie di de Sade è la negazione attiva della madre. l’anti-naturalismo dei suoi eroi va a braccetto con il suo disprezzo per le madri, identificate come la “naturale” fonte di vita.

Non è perciò sorprendente che i valori trasgressivi di de Sade siano stati fatti propri da una cultura misogina caratterizzata da un movimento online antifemminista che ha rifiutato il tradizionale conservatorismo “timorato di Dio”.

Da questa tradizione sono discesi al tempo stesso il motto di William Blake, “meglio uccidere un bambino in culla che cullare desideri irrealizzabili”, il dominio inteso come “sovranità” sessuale e la liberazione dell’es dai vincoli della coscienza.

Così come i nazisti facevano ricorso a Nietzsche come strumento per elaborare un antimoralismo di destra, i supporter della alt-right utilizzano proprio il gusto per la trasgressione per scusare e razionalizzare la totale disumanizzazione delle donne e delle minoranze etniche.

Il risultato che hanno ottenuto è stato la creazione di una cultura della trasgressione che è loro utile a scrollarsi di dosso la responsabilità di considerare i potenziali costi umani dell’infrangere l’argine del tabù sui pregiudizi razziali, che aveva retto fin dalla seconda guerra mondiale. L’elemento trasgressivo “sadiano” degli anni ’60, degenerato e nichilista, accusato per decenni dai conservatori di essere la principale causa della distruzione della civiltà, non è messo in discussione dalla nuova destra del web, il cui emergere rappresenta piuttosto la realizzazione finale di uno stile di vita immorale e trasgressivo, il suo distacco definitivo sia dall’egualitarismo della sinistra sia dalla morale di stampo cristiano della destra.

Da Contro la vostra realtà di Angela Nagle. In alto, foto di Kaur Kristjan – Unsplash.

Angela Nagle

Angela Nagle

Angela Nagle è considerata una delle più autorevoli voci giovani sulla nuova sinistra e la sfuggente politica del web. I suoi scritti sono apparsi su Current affairs, The Baffler, Jacobin e The irish Time. Contro la vostra realtà è il suo primo libro.