Questo libro mette in guardia le società che dovranno essere preparate davanti al potenziale distruttivo di macchine in grado di ragionare, imparare e risolvere problemi come gli esseri umani. Ai 2041. Scenari dal futuro dell’intelligenza artificiale presenta una road map dei prossimi decenni che mostra come si svilupperà l’intelligenza artificiale attraverso una combinazione di saggi scritti da Lee, guru dell’IA ed ex capo di Google in Cina, e di racconti scritti dall’astro nascente della fantascienza cinese, Chen Qiufan. Chen trasforma la visione di Lee in dieci racconti; dalla lotta di un’adolescente indiana contro un algoritmo discriminatorio a un malvagio scienziato tedesco sull’orlo di scatenare un genocidio quantistico. Ma è tutto il mondo narrato in queste pagine ad apparire insieme vertiginosamente lontano e terribilmente prossimo. Le visite mediche non richiederanno più il contatto umano, con bagni intelligenti che analizzeranno gli escrementi dei pazienti senza bisogno di provette. I camerieri consiglieranno i piatti in base alle registrazioni dei menu preferiti e della propensione all’avventura dei clienti. La tesi è semplice: non le macchine, ma gli esseri umani sono responsabili del buon o cattivo uso della tecnologia. A noi la scelta di quale futuro raccontarci.

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L’intelligenza artificiale (IA) è un software e hardware intelligente in grado di eseguire compiti che solitamente richiederebbero intelligenza umana. La IA è la delucidazione del processo umano di apprendimento, la quantificazione del processo del pensiero umano, l’esplicazione del comportamento umano e la comprensione di ciò che rende possibile l’intelligenza. È il passo finale dell’umanità lungo il cammino della comprensione di sé stessa; personalmente, spero di essere parte di questa nuova e promettente scienza.

Ho scritto queste parole quasi quarant’anni fa, quando ero uno studente sognatore che stava facendo domanda per il programma di dottorato della Carnegie Mellon University. Lo scienziato informatico John McCarthy aveva coniato il termine “intelligenza artificiale” ancora prima, durante il leggendario Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence dell’estate del 1956. A molte persone, l’IA sembra essere la quintessenza della tecnologia del Ventunesimo secolo, ma alcuni di noi la stavano studiando già decenni prima.

Nei primi tre decenni e mezzo del mio viaggio nell’intelligenza artificiale, questo campo di ricerca è rimasto sostanzialmente confinato all’accademia, con poche applicazioni commerciali di successo. Un tempo, le applicazioni pratiche della IA evolvevano lentamente. Negli ultimi cinque anni, invece, la IA è diventata la tecnologia più in voga del mondo. Un punto di svolta sorprendente si è verificato nel 2016 quando AlphaGo, una macchina costruita dagli ingegneri di DeepMind, ha sconfitto Lee Sedol nei cinque round di una sfida di Go nota come Google DeepMind Challenge Match.

Il Go è un gioco da tavolo più complesso degli scacchi di un miliardo di miliardi di miliardi di miliardi di volte. Inoltre, a differenza degli scacchi, il Go è ritenuto dai suoi milioni di entusiastici appassionati un gioco che richiede un’intelligenza, una saggezza e una raffinatezza intellettuale degna dello Zen. Quando un concorrente IA sbaragliò il campione umano, per molte persone fu uno choc. AlphaGo, come la maggior parte delle grandi conquiste nella IA, era basata su deep learning, una tecnologia che attinge a vasti set di dati per insegnare a se stessa. Il deep learning è stato inventato molti anni fa, ma solo di recente si è ottenuto abbastanza potere computazionale per dimostrarne l’efficacia e sufficienti dati di addestramento da conseguire risultati eccezionali.

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Rispetto ai miei difficili inizi nella IA, quarant’anni fa, oggi per le nostre sperimentazioni con la IA abbiamo a disposizione circa un migliaio di miliardi di volte il potere computazionale di allora, mentre archiviare i dati necessari è 15 milioni di volte più economico. Le applicazioni del deep learning – e le tecnologie di IA collegate – toccheranno praticamente ogni aspetto delle nostre vite.

La IA si trova adesso in un momento cruciale. Ha abbandonato la torre d’avorio. I giorni dei lenti progressi sono terminati.

Solo negli ultimi cinque anni, la IA ha sconfitto i campioni umani del Go, del poker e del videogioco Dota 2, diventando così potente che in sole quattro ore impara a giocare a scacchi abbastanza bene da essere invincibile per gli esseri umani. Non si tratta però solo dei giochi. Nel 2020, la IA ha risolto un enigma biologico vecchio cinquant’anni, chiamato ripiegamento biologico.

Questa tecnologia ha superato gli esseri umani nel riconoscimento vocale e degli oggetti, creato “umani digitali” dallo straordinario realismo sia nelle apparenze che nella parlata, e ha ottenuto il punteggio massimo agli esami di ammissione all’università e agli esami di licenza medica. La IA supera in prestazioni i giudici per l’equità e la coerenza delle loro sentenze e i radiologi nella diagnosi del cancro ai polmoni, così come alimenta i droni che cambieranno il futuro delle consegne, dell’agricoltura e della guerra.

Infine, la IA sta rendendo possibile la creazione di veicoli autonomi che guidano in autostrada con maggiore sicurezza degli esseri umani. Dove ci porterà tutto questo, mano a mano che la IA continua ad avanzare e che nuove applicazioni fioriscono? Nel mio libro del 2018 AI Superpowers: China, Silicon Valley, and the New World Order, ho affrontato la proliferazione dei big data, il “nuovo petrolio” che alimenta la IA.

Gli Stati Uniti e la Cina sono alla guida della rivoluzione della IA, con gli Stati Uniti che primeggiano nei progressi della ricerca e la Cina che sfrutta più rapidamente i big data per introdurre applicazioni per la sua vasta popolazione. In AI Superpowers avevo predetto alcuni sviluppi: dal processo decisionale basato sui big data alla percezione della macchina, fino ai robot e ai veicoli autonomi.

Ho previsto che queste nuove applicazioni della IA avrebbero creato un valore economico senza precedenti nelle industrie del digitale, della finanza, del commercio e dei trasporti, ma anche provocato problemi relativi alla perdita di lavori umani e sollevato altre questioni.

La IA è una tecnologia multiuso che penetrerà praticamente in ogni settore, attraverso quattro ondate che vanno dalle applicazioni di internet della IA a quelle degli affari, della percezione e delle applicazioni autonome. Quando leggerai questo libro, nel 2021 o più avanti, le previsioni che ho fatto in AI Superpowers saranno in gran parte diventate realtà. Adesso dobbiamo guardare alle prossime frontiere. Girando il mondo per parlare di IA, mi viene costantemente chiesto: “Cosa viene dopo? Cosa succederà tra cinque, dieci o vent’anni? Cos’ha in serbo il futuro per noi esseri umani?”.

Chen Quifan

È tra i più famosi scrittori cinesi di science fiction. Più volte vincitore del prestigioso Galaxy Awards for Chinese Science Fiction e del Nebula Awards for Science Fiction and Fantasy, negli ultimi anni sta sperimentando l’uso dell’Intelligenza Artificiale direttamente nella composizione delle sue opere. I suoi libri e racconti sono tradotti in tutto il mondo. In Italia, tra gli altri, è uscito il suo romanzo Marea Tossica (2020).

Kai-Fu Lee

Ha trascorso più di tre decenni all’avanguardia nella ricerca, nello sviluppo e negli investimenti sull’intelligenza artificiale sia negli Stati Uniti che in Cina. È presidente e amministratore delegato di Sinovation Ventures, società di venture capital focalizzata sullo sviluppo della prossima generazione di aziende cinesi ad alta tecnologia. Già presidente di Google China e dirigente di Microsoft, SGI e Apple, Lee è inoltre co-presidente del Consiglio per l’Intelligenza Artificiale del World Economic Forum.