La copertina di Nick Blinko e le altre sue opere a colori all’interno (24 tavole in tutto) ci accompagnano attraverso un numero che, a partire dal concetto di “guarigione”, ha ramificato i suoi ragionamenti verso la malattia fisica e mentale, verso i mali del nostro tempo, le storture di internet e l’arte come cura per tutti i mali dell’anima. Un numero che è la sintesi e il manifesto dell’approccio LMDP alla realtà che ci circonda.
C’è una malattia inestirpabile, che il genere umano tenta da sempre di sconfiggere, in modo definitivo, ma senza risultati: la morte. Tutto nasce, e se nasce, tutto muore. Un’antica evidenza, particolarmente chiara al mondo ellenico, ma che l’Occidente moderno cerca in tutti i modi di nascondere, rimuovere – per usare un termine caro alla psicanalisi – dal proprio orizzonte di senso. Eppure, come un revenant, continua a ritornare. Proprio come in una delle scene più crepuscolari del Nosferatu di Werner Herzog, citata anche da Andrea Venanzoni nel suo contributo a questo numero, dove si vedono i cittadini del borgo di Wismar danzare scomposti tra pile di cadaveri. Anche il linguaggio, attraverso eufemismi, fraseologie, immagini attenuate, fa di tutto per nascondere l’ineluttabile:
Con il linguaggio e le parole si può ferire più gravemente che con un’arma, dice il proverbio, ma è possibile anche usarli per mostrare attenzione (e perciò cura)? O sono essi stessi a essere a volte la causa di storture e disagi? E ancora, dalla morte è possibile guarire, e se la scienza fosse capace di prendere quella strada dovrebbe farlo? Niente come la propria fine è stato altrettanto temuto dalla nostra specie: ma cosa accadrebbe se fosse davvero possibile vivere per sempre?
”Un antico Sollievo”, editoriale a cura di Daniele Rosa
La malattia, però, non solamente quella del corpo: è, ad esempio, anche quella che stiamo infliggendo al nostro Pianeta, attraverso un intensivo sfruttamento delle sue risorse. ”La specie umana si trova a rischio di estinzione all’apice della sua evoluzione, per gli effetti generati dall’impatto della sua stessa potenza sull’ambiente che la circonda”, come scrive Irene Sorrentino. E anche in questo caso abbiamo bisogno urgentemente di una cura, che non sia un semplice palliativo per i sintomi, ma un approccio strutturale e integrato. Come la malattia, dunque, può indossare diversi ”abiti” e insinuarsi nei diversi ambito dell’umano, non solo quelli corporei, così allora anche la guarigione deve avere un’accezione molteplice, ampia, diversa.
In questo numero troverai
Le stupende immagini di Nick Blinko – 24 in tutto – che accompagnano i testi e le tematiche affrontate, opere a colori, suggestive, enigmatiche. Gli approfondimenti e le ricerche sul tema ‘Guarigione’ affidate alle penne di:
- Irene Sorrentino – Co-abitare la Terra
- Edoardo Boncinelli – Viaggi straordinari. Diagnosticare per curare
- Leonardo Morlino – Studiare la democrazia attraverso paradossi
- Giorgio Astone – Cicatrici. Il caso Blinko
- Federico Della Sala – Il selvaggio. Ovvero come scoprire di avere un corpo
- Marta Bertolaso – I luoghi della ri-nascita
- Domenico Gallo – Guaritemi! Storie di medicina immaginaria
- Cesare Pozzi – Bussole truccate
- Francesco Censon – Teorie del complotto: cospirazionisti contro cospiratori
- Silvia Dello Russo e Gianfranco Pellegrino – Serendipità e fioritura
- Carlo Bordoni – Pianeta proibito. La post-verità
- Giulia Bergamaschi – Farmacopolitica del soggetto
- Gabriele Giacomini – Prendersi cura di Internet
- Philip Di Salvo – Rompere Internet: la vulnerabilità della rete
- Raffaele Fabozzi e Luca Giustiniano – Gig economy: paradossi e liminalità
- Kai-Fu Lee – Sanità digitale: visioni dal 2041
E con le rubriche di:
- Fabrizio Acanfora – Astral weeks. Ti devi curare
- Veronica Barassi – Codice Ada. IA in medicina e il pluriverso dei nostri corpi
- Edoardo Boncinelli – Viaggi straordinari. Diagnosticare per curare
- Carlo Bordoni – Pianeta proibito. La post-verità
- Giovanni Orsina – Ucronie. La fine dello spazio post-sovietico
- Gianfranco Pellegrino, Paolo Peverini – Diario del capitano. Quando l’assenza di segni è un segno e un’arma politica