Ricordare, dimenticare, revisionare sono tutte attività che costituiscono la memoria di un fatto, sia esso storico, politico o letterario. Con il settimo numero della nostra rivista LMDP – La meraviglia del possibile vogliamo esplorare questo straordinario dispositivo della natura umana in base al quale, di secolo in secolo, costruiamo la nostra storia e la nostra realtà.
Una faccenda politica, sociale e semiotica
La memoria umana non è un calco imparziale e neutrale di ciò che quotidianamente – e storicamente – ci accade. Nell’atto stesso del ricordare entrano in gioco diversi fattori di natura emotiva, intenzionale, personale. L’attività mnemonica sembra, pertanto, rientrare a pieno titolo in una faccenda di natura interpretativa, e dunque semiotica. Non esistono fatti, ma solo interpretazioni. Un gioco di rimandi e di fantasmi del tempo.
La memoria come manomissione e trasformazione
La memoria è un qualcosa di dinamico, in continua trasformazione, manipolabile. La memoria, allora, diventa anche un fatto politico, come suggerisce ad esempio Marco Filoni nel suo articolo di apertura a questo numero: ”Quella che è oggi la memoria collettiva assomiglia più alla propaganda e al mito” (La memoria e l’oblio come dispositivi politici, p.7). Un altro esempio, nell’ambito della politica e della manomissione, ci viene offerto dal fenomeno della cancel culture. Negli ultimi anni sempre più spesso nel discorso giornalistico e, in parte, anche politico, viene utilizzata questa etichetta per descrivere azioni volontarie che innescano una qualche forma di censura o silenziamento di un fenomeno passato. Maddalena Cannito e Francesca Tomatis nel loro contributo (Oltre le etichette. Ripensare la cancel culture, p.15) scrivono: ”Sembra, insomma, di essere di fronte a un’epidemia di cartoni animati riscritti, di statue che cadono, di autori classici mandati al macero, di attori e scrittori che perdono i loro contratti, tutti colpevoli di non essere allineati al pensiero dominante e politicamente corretto.” Il nostro rapporto con il passato, in un presente sempre più complesso ed intricato, è un continuo mercanteggio con la nostra coscienza. Ma anche ricordare tutto, a tutti i costi, è sconveniente, oltre che pericoloso. Come scrive Daniele Rosa nel suo editoriale:
Per ricordare bisogna dimenticare, per dimenticare bisogna aver ricordato. Perché la nostra coscienza possa dare una forma al mondo, perché possa trovarvi nuove forme, nuove esperienze, nuove visioni,deve vivere senza sosta questa scissione. Altrimenti, come gli immortali narrati da Borges, saremmo schiacciati dal peso di una memoria infinita, e costretti a tracciare nella sabbia forme senza senso.
(Nei labirinti della memoria, Daniele Rosa)
In questo numero troverai:
Le tavole oniriche e surreali dell’artista Ivan Seal, pittore e musicista inglese, in cui il tema della memoria come atto creativo è onniprensente, ossessivo: 8 riproduzioni dei suoi lavori più suggestivi, a cui si accompagnano i contributi dei nostri autori:
- La memoria e l’oblio come dispositivi politici di Marco Filoni
- Oltre le etichette: ripensare la cancel culture di Maddalena Cannito e Francesca Tomatis
- Conquistare il passato, possedere la libertà di Enzo Di Nuoscio
- Turn on, tune in, Bloom out di Edoardo Camurri
- La memoria del mondo corretto di Davide Piacenza
- Ivan Seal. Una architettura di sogni infranti di Valerio Cianci
- La fine del “Laissez-dire” di Raffaele Alberto Ventura
- Per ricordare bisogna dimenticare di Luciano Mecacci
- La “Summa” di Lem e le memorie aliene di Simone Arcagni
- Dai margini verso il centro di Giso Amendola
- Ruralismo e cultura popolare di Giovanni Pinna
- Dobbiamo deformare il passato per preservarlo? di David Rieff
E con le rubriche di
- Gianfranco Pellegrino e Paolo Peverini, Diario del capitano – Le piante finte: il segno della nostra resistenza
- Lorenzo Castellani, Ucronie – Il futuro del Minotauro
- Veronica Barassi, Codice Ada – Le tracce eterne del digitale
- Fabrizio Acanfora, Astral weeks – La cancel culture è un’illusione
- Edoardo Boncinelli, Viaggi straordinari – Il fatale abbraccio tra morale e politica
- Carlo Bordoni, Pianeta proibito – Senza storia