11 certezze sul futuro è ciò che un tempo nella commedia classica si sarebbe definito proemio, ovvero la parte introduttiva di un’opera che ha il compito di anticiparne i temi fondamentali, introducendo così il lettore al libro e ponendolo nella giusta disposizione d’animo. Così, nell’ultimo libro di Luca De Biase, Apologia del futuro. Quello che il domani può fare per noi, l’introduzione è affidata a undici punti che hanno il valore di coordinate e che, anche in un futuro instabile, ambiguo e incerto rappresentano, per il nostro autore, delle certezze sui cui fare affidamento.

11 certezze sul futuro

Apologia del futuro. Quello che il domani può fare per noi, di Luca De Biase

Quelle che seguono sono le 11 certezze sul futuro che il nostro autore Luca De Biase ha utilizzato per introdurre il suo ultimo libro Apologia del futuro. Quello che il domani può fare per noi, disponibile nel nostro catalogo dal mese di maggio 2024. Il testo si presenta come il tentativo più audace di definire l’idea che noi oggi abbiamo di futuro, in contrapposizione con quella di qualche decennio fa, partendo però da lontano: dal concetto di tempo, di coscienza, di durata e dalla storia del nostro occidente. Un saggio sul senso della prospettiva, un trattato di storia applicata al futuro e, allo stesso tempo, un manuale sperimentale sulla progettazione di quanto può avvenire.

Le 11 certezze sul futuro

1. Il futuro è potere. Il futuro non esiste, ma si può creare la convinzione che sia già scritto e prevedibile, determinando comportamenti conseguenti: la paura del futuro, la speranza del futuro, la rimozione del futuro sono altrettanti strumenti di controllo sociale.

2. Tra i futuri c’è scelta. Ci sono molte luci in fondo al tunnel e molti tunnel arrivano a una luce. Se si vede un solo futuro è propaganda. Ma i futuri alternativi vanno immaginati. E discussi. E valutati: possibili, plausibili, probabili e preferibili.

3. Niente cambia tutto. Le innovazioni più dirompenti, i grandi imprevisti, le calamità, persino i cosiddetti cigni neri si comprendono nel contesto. Distinguendo che cosa muta e che cosa invece permane. Per evitare l’abbaglio di ciò che appare nuovo ma poi sparisce. Per riconoscere le trasformazioni profonde.

4. La ricerca è azione. Lo studio dei futuri e il design delle idee tendono a convergere. Le persone che si impegnano nella ricerca non sono gli eterei custodi di una torre d’avorio impenetrabile e riferita solo a sé, ma architetti e costruttori dell’impalcatura della storia.

5. Ricordati di criticare le fonti. L’avvenire non si racconta per sentito dire. La convivenza è costruita intorno a ciò che ci conosce insieme. Ma per essere condivisa, la conoscenza non può prescindere da un metodo trasparente, responsabile, consapevole.

6. Le narrazioni guidano le decisioni. Gli umani sono immersi nei racconti. Le congetture non sono esercizi sterili. Le emozioni e i ragionamenti convivono. I modelli mentali alimentano aspettative, ispirano scelte, generano feedback, diventando elementi essenziali della produzione di decisioni.

7. Ai confini del paradigma. Il quadro interpretativo, le categorie e i punti di riferimento entro i quali si sviluppa la conoscenza rischiano di diventare le sbarre di una gabbia. La creatività ha bisogno di spingersi oltre un impianto concettuale definito. E il compito degli intellettuali è esplorare oltre i confini dell’ovvio.

8. Esiste un’ecologia dei media. La mediasfera è l’ecosistema nel quale evolvono le idee. Occorre mantenerla in buona salute, evitarne l’inquinamento e la corruzione. Un’informazione indipendente e di valore favorisce l’innovazione. E la qualità della convivenza. Nella visione del futuro ci si incontra. E ci si accorda.+

9. La condizione post-contemporanea. L’obsolescenza delle ideologie non equivale alla rinuncia alla riflessione sui futuri. Una scienza delle conseguenze basata sulla visione e la pratica della sperimentazione insegna a cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia e dai motori del cambiamento. Liberamente.

10. I futuri vanno progettati. Il design dei futuri non è uno slogan. La progettazione è un metodo empiricamente qualificato per studiare l’avvenire attraverso l’analisi delle possibili alternative. La deliberazione delle soluzioni preferibili. La prototipazione. E la raccolta di feedback.

11. Evolution rules. Ci sono molte rivoluzioni: scientifiche, politiche, economiche, tecnologiche. L’evoluzione, invece, è una sola. Nei sistemi complessi sono importanti le relazioni tra tutti gli elementi. Gli umani e le loro tecnologie coevolvono.

 

Apologia del futuro