Le mitologie politiche offrono agli Stati una visione grandiosa e confortante del proprio destino e la diffondono per assicurarsi una facile presa sul popolo. In Mitologie Italiane, Riccardo Pugnalin e Antonio Pilati analizzano alcuni dei miti dell’Italia unita che a tutt’oggi sono duri a morire, influenzando la percezione pubblica e suggestionando le scelte del popolo sovrano. Il primo e più radicato di questi falsi miti è l’idea secondo cui l’Italia, in virtù di un secolare primato culturale, esprime una missione di civiltà a raggio universale. Roma con il suo carico di eventi e di gloria è il principale catalizzatore di questo mito. Eppure, oltre il mito, l’attuale cultura italiana, i suoi intellettuali e la formazione proposta dalle università sono ben lontane dalla gloria e dai fasti di un tempo. Il secondo mito è quello secondo cui l’unità economico-politica dell’Europa espanderebbe le chance di sviluppo dell’Italia, rafforzando il suo primato internazionale e assicurando la sua tenuta sociale. Entrambe queste leggende, forgiate ad hoc da politici tutt’altro che disinteressati, hanno solamente un contenuto sentimentale che attribuisce alla nazione un’immagine desiderata con poca o nulla attinenza con la verità dei fatti: mancano l’analisi dei rapporti di forza e la percezione della realtà effettuale. La politica vera, la politica che sa operare per il bene della nazione e del popolo, inizia lì dove si sostituisce l’analisi al mito, la capacità tecnica alle credenze, la forza delle analisi alle facili suggestioni e agli incanti della ragione: lì dove la politica si fa comunicazione, certamente, ma della verità.
“Il grande pubblico, disinteressato alla mitologia quando la vive, la attraversa e contribuisce a riprodurla. Il mito – oramai stabilizzato nella società – diventa oggetto di culto da proteggere e da perseguire. Il mito prevale su ogni altra considerazione critica nei suoi confronti. Il grande pubblico e gli specialisti non si occupano né si preoccupano delle mitologie politiche e dei loro impatti sulla società. Ancora di meno la teoria mitologica si preoccupa delle conseguenze che provoca, mentre l’opinione pubblica, solo dopo averne vissuto l’esperienza, riesce a comprenderne gli effetti. […] Le mitologie politiche agiscono sul tessuto sociale come arieti e motori irrefrenabili di decisioni politiche che, prese senza accorgersi del contesto storico nel quale agiscono perché fortemente convinte del loro mito, rischiano di produrre effetti distorsivi e non positivi. La mitologia, infatti, mal si coniuga con la realtà, agendo con una determinazione radicale, quasi sacrale.”