La disuguaglianza è la più grande truffa della Storia a sé stessa. Funziona un po’ come una detassazione motu proprio, insomma l’evasione fiscale. Per fare un esempio: Silvio Bruni non paga la tassa dei rifiuti, Walter Verdi che la paga regolarmente se la vede aumentare per coprire l’ammanco causato. In un primo momento la strada dove vivono entrambi si riempie di immondizia, in seguito Silvio viene comunque beccato, deve pagare il non corrisposto con gli interessi, dunque si è sostanzialmente truffato da solo, al rialzo, e intanto il viale dove vivono è divenuto una viuzza ricoperta dai rifiuti dove si passa a stento e con il naso turato.
La ditta per la raccolta dei rifiuti è fallita, schiacciata dai debiti generati dai mancati pagamenti dei vari silenti sodali di Silvio, e Walter avrà – esattamente come Silvio – comunque pagato più del dovuto. La truffa perfetta. Perdono tutti. D’altra parte i più furbi non sono solo sempre i più stronzi, ma anche i più fessi. Come asserisce Göran Therborn nell’incipit dell’introduzione del suo The Killing Fields of Inequality: “La disuguaglianza è una violazione della dignità umana; è una negazione della possibilità per le capacità umane di tutti di svilupparsi”. Ma è anche di più, o per meglio dire infinitamente di meno di questo: è il violentare sé stessa di una razza umana che così (dis)facendo si interdice dall’essere sé, essere umana tutta e quindi tutta uguale, in tal guisa – o gli esseri umani sono a immagine e somiglianza di sé, tra loro, o non è che non sono divini: è che sono disuniti, disumani.
Insomma, la disuguaglianza non solo non è l’unica via possibile, non solo non conviene a nessuno, ma mette in pericolo ciascuno, anche qualsiasi insospettabile o il mondo come corpus unico. Agli 881 milioni di persone baciate dalla sorte di vivere in Occidente tocca quasi il 90% (per l’esattezza l’86%) delle ricchezze mondiali e dispongono di oltre il 79% del reddito globale. Al quinto più povero della popolazione mondiale – 1,2 miliardi di persone – toccano l’1,3 per cento dei consumi globali. L’energia che muove il mondo, che in termini poetici è l’amore ma in termini pragmatici è l’energia stessa, viene consumata dai primi nella misura del 58% mondiale, dai secondi per il 4. La comunicazione al giorno d’oggi è tutto, ebbene i primi dispongono di tre quarti (il 74%) di tutte le connessioni telefoniche, i secondi l’1,5%.
Come è possibile che la maggioranza sia così silenziosa, e tacitamente accetti tutto questo? Max Weber lega la stabilità dell’ordine della disuguaglianza e del dominio alla questione della legittimazione: quale “fede di legittimità” garantisce l’accettazione, da parte dei poveri e degli esclusi su scala globale, della disuguaglianza della società mondiale, dove la metà della popolazione – la maggioranza dei bambini – soffre la fame e ne muore? Al quinto della popolazione mondiale al quale le cose vanno peggio (che messi assieme hanno meno soldi dell’uomo più ricco del mondo) manca tutto: acqua, cibo, una casa. E allora, cosa rende legittimo e stabile questo ordine globale della disuguaglianza?