Kate Clancy insegna Antropologia biologica alla University of Illinois, dove si occupa del programma in Ecology, Evolution and Conservation Biology. Ha scritto, tra gli altri, per National Geographic, Scientific American e American Scientist. ”Ciclo. Storia e cultura dell’ultimo tabù” è il suo primo libro tradotto in italiano. Vi proponiamo di seguito un estratto dal capitolo I (C’è una ragione per tutto questo).

La visione delle mestruazioni nel medioevo e nella prima età moderna

Anche se molti attribuiscono gli atteggiamenti negativi verso le mestruazioni nelle culture giudaico-cristiane al fatto che le mestruazioni sono la “maledizione di Eva”, in realtà Eva non fu maledetta con il ciclo mestruale. La sua maledizione riguarda il dolore del parto. Se la Bibbia non è la fonte principale delle idee occidentali di impurità mestruale, da dove provengono? Gli storici della scienza identificano nel Medioevo l’epoca in cui l’atteggiamento dominante verso le mestruazioni potrebbe essere passato da una semplice restrizione a una visione maggiormente ostile nei confronti dei suoi influssi malevoli e impuri. Pensiamo ad esempio alle opinioni contenute nel De secretis mulierum, il testo medico sulle donne più diffuso e tradotto dell’epoca.26 Scritto da un monaco che rivendicava di essere il ben più famoso Alberto Magno (ma che quasi sicuramente non lo era), questo manuale “presenta l’emergere dell’essere umano dal sangue alla stregua di un segreto del sangue e dei corpi delle donne, sul quale gli uomini si scambiano pareri medici”. In altri termini, lo scopo del libro è rivelare i segreti dei corpi femminili agli uomini, sebbene sia comprovato che l’autore non curò mai le donne né eseguì autopsie su di loro. Gran parte del testo sembra una forma primordiale di forum sulla teoria del complotto: è scritto in forma di lettera indirizzata ad altri uomini, invitandoli a dare il loro contributo, e lascia intendere che i destinatari siano soltanto gli uomini appartenenti all’élite e al corrente delle cose. Tra le idee proposte dal testo figura quella secondo cui le donne con le mestruazioni esalino vapori dannosi che “avvelenano gli occhi dei bambini nella culla con un solo sguardo” e quella più generale secondo cui una “donna non è un essere umano, ma un mostro”. Questa, tuttavia, non era l’unica opinione sulle mestruazioni della comunità medica dell’epoca. Alcuni credevano che fossero semplicemente una componente della riproduzione, determinante per il concepimento, altri che fossero cibo non digerito perché la freddezza naturale delle donne comprometteva la digestione. Le antiche teorie galeniche sui quattro umori godevano ancora di una certa popolarità. Secondo queste idee, le mestruazioni sarebbero una flebotomia spontanea per eliminare la pletora, ovvero gli umori in eccesso.

Ciclo. Storia e cultura dell'ultimo tabù

Per comprendere meglio come sia successo, ho parlato con Alanna Nissen, direttrice del settore design presso la Walker Art Gallery di Minneapolis e autrice di una straordinaria tesi di master sulla stregoneria, il Medioevo e le mestruazioni. In qualità di storica dell’arte, a Nissen interessava il concetto del “mostruoso femminile”. Risalendo alle origini di questa idea, ha scoperto che la visione delle donne nella società cambiò radicalmente durante l’Alto Medioevo. Nissen mi ha raccontato che in passato la produzione della birra era una professione femminile, ma alla fine le donne vennero estromesse dagli uomini. Sopravvivere in questo mestiere divenne particolarmente pericoloso a causa della nascita dello stereotipo della stregoneria, che incorporava aspetti legati alla produzione della birra – dall’abbigliamento dei birrai al rimestare dei calderoni – proprio per escludere le donne. I processi per stregoneria erano un mezzo per controllare le donne, tenerle fuori dal lavoro salariato e ridefinirle in base ai loro corpi intrinsecamente pericolosi e magici. Fu in questo periodo di “crisi di genere” che i teologi allargarono la maledizione di Eva fino a comprendere non soltanto il parto ma anche le mestruazioni e che una possibile conseguenza dell’infrazione dei divieti sulle mestruazioni divenne la pena di morte. Si pensava che il sangue mestruale fosse un prodotto dell’incapacità delle donne di eliminare le impurità attraverso il sudore, come si riteneva avvenisse invece per gli uomini. Così il sangue mestruale arrivò a essere considerato un escremento, sudiciume impuro e disgustoso. Soltanto il sangue mestruale aveva il potenziale di “stregare, deformare e uccidere”. La scienza occidentale continuò a elaborare idee incentrate sull’empirismo e il metodo scientifico, e vorrei poter dire che queste nozioni furono immediatamente abbandonate. Purtroppo, per gran parte del Novecento la ricerca predominante sullo scopo del sangue mestruale ha dato per scontato e rafforzato la convinzione che sia impuro e dannoso. Stranamente lo studio moderno delle mestruazioni e del sangue mestruale comincia con una paziente soddisfatta, un’assistente di laboratorio con il ciclo e dei fiori appassiti.

Breve storia della scienza delle mestruazioni in occidente

Si racconta che il dottor Béla Schick fosse un medico molto popolare negli anni Venti del Novecento. Poiché era tanto benvoluto, molti pazienti gli mandavano fiori, e spesso chiedeva a uno degli assistenti del suo laboratorio di metterli nell’acqua. Un giorno, però, un’assistente si rifiutò di farlo. Interrogata nel merito, ammise di avere le mestruazioni e che quando toccava i fiori in quei giorni appassivano. Secondo altre versioni ammise di avere le mestruazioni soltanto dopo che il dottor Schick scoprì che i fiori erano appassiti. In tutta onestà, potrei dire una cosa simile al mio capo se mi chiedesse di sistemare un mazzo di fiori: forse questa assistente di laboratorio aveva cose più importanti di cui occuparsi. Ma il dottor Schick prese la sua affermazione alla lettera e decise di fare un esperimento. Mise delicatamente due mazzi di fiori in due vasi, uno dei quali era stato maneggiato da una donna con le mestruazioni. Se i fiori fossero appassiti più rapidamente, sostenne, sarebbe stata una prova incontrovertibile che “nelle secrezioni della pelle dei soggetti mestruanti sono presenti un veleno o una tossina che accelerano la morte dei fiori”.  In una serie di articoli e di corrispondenze su riviste mediche, il dottor Schick e altri aderirono alla causa della cosiddetta menotossina.

Ciclo. Storia e cultura dell'ultimo tabù

Qualcuno iniettò del sangue mestruale nei roditori per vedere se sarebbero morti, altri coltivarono piante nel sangue venoso di donne con le mestruazioni allo stesso scopo. Come nell’esperimento originale, la menotossina non era presente solo nel sangue mestruale ma veniva secreta anche nel sudore, nel sangue, nel latte materno. Inoltre, adesso qualsiasi persona con le mestruazioni correva il pericolo di essere patologizzata a causa della tossicità mestruale. Un caso di studio riferì che una madre aveva trasmesso l’asma al figlio perché era menotossica durante la gravidanza. Disturbi femminili di tutti i tipi – e persino malattie che colpivano chi stava vicino alle donne con il ciclo – potevano essere spiegati con la menotossina. All’apice di questi studi, persino Ashley Montagu – celebre antropologo, critico schietto dell’idea di razza biologica e divulgatore dell’evoluzione umana – si bagnò i piedi nella fogna della menotossina. Dopo aver esaminato, perlopiù approvandola, la scienza della menotossicità, Montagu scrisse:

Sembra che finalmente la scienza del Novecento abbia scoperto che le donne mestruanti secernano sostanze capaci di esercitare un effetto dannoso su alcuni tipi di tessuto. L’uomo primitivo ha creduto per un’infinità di secoli che le donne avessero questa abilità. La scienza, in quanto risultato di un’indagine sperimentale, la attribuisce all’azione di determinati fattori chimici e fisiologici, l’uomo primitivo all’azione di elementi sovrannaturali o magici.

La convinzione che la menotossina avesse una base scientifica perdurò per diversi decenni. Quando ero all’università ho trascorso molti lunghi pomeriggi nel seminterrato di una delle biblioteche scientifiche, leggendo con attenzione la corrispondenza tra gli scienziati nei vecchi numeri di Lancet. Queste lettere e altri articoli sulle menotossine proseguirono fino agli anni Settanta. In una lettera l’autrice racconta il suo incontro con il dottor Schick, avvenuto qualche decennio prima: “Il dottor Schick e io abbiamo parlato della possibilità che la donna adulta con il diabete fuori controllo, la donna adulta depressa e psicotica e la donna adulta nella fase premestruale secernano la stessa sostanza nel sudore”. A quanto pare, ancora negli anni Settanta, non ci eravamo allontanati dall’idea che il sangue mestruale possa “stregare, deformare e uccidere”. Anche se alla fine la teoria delle menotossine cadde in disuso, la prospettiva secondo cui la mestruazione serva a purificare il cor- po femminile perdurò nella letteratura scientifica per diversi altri decenni.

 

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Ciclo

 

Kate Clancy

insegna Antropologia biologica alla University of Illinois, dove si occupa del programma in Ecology, Evolution and Conservation Biology. Ha scritto, tra gli altri, per National Geographic, Scientific American e American Scientist. Ciclo è il suo primo libro tradotto in italiano.